domenica 29 giugno 2008

Il rapper sordo

Ciao,
girando per la rete ti potrebbe capitare ti vedere e sentire il video di un certo Signmark(Marko Willem Vouriheimo), rapper finlandese che insieme all'amico Maohtotapa fanno musica rap.

Niente di strano se non fosse che Signmark è sordo e mentre Maohtotapa(rap in finlandese) e Brandon(voce in inglese del gruppo) cantano lui a ritmo "canta con le mani" per il pubblico non udente, traducendo le canzoni con il linguaggio dei segni!



Guarda il trailer del suo dvd di rap per non udenti



Un bell'esempio di come si possano superare i limiti nella comunicazione, creativamente e facendo qualcosa che ci piace.
Ciao
Manuel
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Autostima e psicosette

Ciao,

da anni partecipo a corsi on-line e off-line che mi permettono di approfondire gli argomenti che più mi piacciono, tra cui quello delle problematiche legate ad una scarsa autostima.

Anche se sono uno psicologo e per lavoro utilizzo l’ipnosi ericksoniana e neo-ericksoniana, la P.N.L., la Terapia Strategica, la Solution-Oriented, l’e.f.t. etc. continuo ad essere uno studente e quindi mi piace studiare e provare su di me tutto quello che ha a che fare con la mia passione che poi ho avuto la fortuna di trasformare nel mio lavoro..

A volte però bisogna stare molto attenti..

Alcune persone senza alcun titolo millantano di essere psicologi e tramite diverse metodiche creano dei gruppi dove l’obiettivo dichiarato sembra essere quello di rendere le persone libere dai propri condizionamenti, aiutarle a sviluppare la propria indipendenza ed aumentarne la fiducia in se stessi.

Di solito la formula è quella del gruppo di aiuto o del corso di formazione in comunicazione o autostima.

In breve l’adepto il più delle volte ignaro dei meccanismi di persuasione e di “lavaggio del cervello” inizia a staccarsi dai propri familiari,amici e parenti, perdere denaro richiesto per dei "livelli successivi" di improbabili corsi di formazione , e vive quasi solo in funzione del gruppo e del volere del “maestro”.

Se stai vivendo una situazione simile a questa il punto di riferimento per avere un aiuto è http://www.cesap.net/ Centro Abusi Psicologici.

Guarda il video preso da striscia:

Ciao
Manuel

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Paura, panico, fobie


Ciao!

In questo articolo ti parlerò della differenza fondamentale tra quelle che vengono chiamate paure patologiche.

In genere le persone che ci chiedono aiuto e consulenza confondono la paura, le fobie, il panico e l’ansia.

Il linguaggio che usiamo è importante perché ci permette di immaginare quello che proviamo; dandogli un nome lo rendiamo reale.

Se utilizzi il linguaggio con scarsa precisione potresti spaventarti per qualcosa di poco importante, ingigantendo ad esempio l’ansia e trasformandola in panico..

Ti Lascio a questo breve elenco in modo che tutto sia più chiaro

PAURA

La paura è un’emozione di difesa provocata da una situazione di pericolo(Galimberti, 1992).

Se ad esempio mentre attraversiamo la strada ci accorgiamo improvvisamente di un’ auto che viaggia nella nostra direzione ad elevata velocità, il nostro corpo automaticamente si attiverà aumentando tutti quegli indici fisiologici che ci permetteranno di scansarci rapidamente per metterci al sicuro.

La paura ha la funzione di proteggerci dai pericoli attivando il nostro organismo per l’azione.

Il sistema nervoso autonomo prepara l’organismo alla situazione di emergenza predisponendolo ad una tempestiva reazione di attacco-fuga;

il battito cardiaco può accelerare, aumenta la sudorazione e lo stato di allerta si traduce in un’ attivazione generale dell’organismo.

FOBIA

Quando però non vi siano stimoli o situazioni pericolose le persone possono provare un timore irrazionale per oggetti o specifiche situazioni, che secondo il buon senso non dovrebbero provocare timore, come ad esempio uscire da soli per strada, prendere l’aereo, utilizzare l’ascensore etc..

In tutti questi casi dove la persona è consapevole dell’infondatezza dei suoi timori ma tuttavia non riesce a non provarli la paura prende il nome di fobia.

PANICO

La forma più estrema che la paura può assumere, è chiamata panico ed è caratterizzata da una tensione emotiva talmente elevata da terrorizzare la persona ed impedirne l’adeguata organizzazione del pensiero e dell’azione.

Improvvisamente e senza alcun particolare stimolo o situazione scatenante gli indici fisiologici si attivano esageratamente; il battito cardiaco aumenta insieme al ritmo respiratorio ed alla sudorazione, provocando una generale sensazione di sbandamento.

Rendendosi conti dell’assenza di alcuno stimolo che giustifichi tale attivazione, le persone iniziano a vivere i sintomi in modo drammatico e ad interpretarli in maniera catastrofica.

Solitamente le persone che provocano il panico riferiscono di aver vissuto per un periodo breve ma intensissimo la sensazione di perdere improvvisamente il controllo del proprio corpo, di provare estrema difficoltà nel pensare in modo chiaro e razionale, e di vivere i propri sintomi in modo drammatico giungendo a pensare di poter morire improvvisamente provando sensazioni simili a quelle dell’ infarto.

Gli attacchi di panico sono improvvisi e brevi, ma nonostante la loro brevità, l’intensità che li caratterizza può essere tale da condizionare chi ne soffre, fino ad una parziale invalidità (Rovetto, 2003).

Ciao

Dottro Mauri & Dottor Barachetti


sabato 28 giugno 2008

Casa e chiesa? Meglio di no..





Ciao,

questo articolo nasce dopo una chiacchierata con un amico che sta cambiando casa, il succo del discorso ruotava intorno a questa riflessione”Forse la casa nuova è un po’ piccola almeno starò un po’ più fuori casa e magari mi distraggo un po’..”.

Leggi per scoprire perché potrebbe aver ragione..

Ciao

Manuel

(Adnkronos) - Italiani tutti casa e chiesa? Meglio di no: camera da letto e luoghi di culto infatti sono tra i primi posti considerati più a rischio di depressione.

Ma non solo: deprimono anche uffici, centri commerciali e addirittura discoteche.

Sono infatti 2 su 3 gli italiani il cui umore viene influenzato dal luogo in cui si trovano.

Al contrario, palestra, parrucchiere e parco sono un toccasana per lo spirito. E' quanto risulta da un'indagine realizzata da Riza Psicosomatica (Edizione Riza) su circa 1.000 italiani, maschi e femmine, tra i 25 e i 55 anni.

Emerge dunque che gli italiani sono facilmente condizionabili da tutto ciò che li circonda: il 63% degli intervistati infatti ritiene che il luogo in cui si vive possa essere un elemento determinante per il proprio benessere psicofisico. Al contrario invece solo per il 23% il malessere non dipende dal luogo. Ben oltre la metà degli intervistati (64%) sostiene che l'insorgere della depressione possa dipendere in maniera molto (22%) o abbastanza (42%) elevata dalla frequentazione di alcuni luoghi.

Quali sono i luoghi quelli più a rischio?

Ecco la mappa: Casa (34%) e ufficio (16%) sono in cima a questa particolare classifica, seguite a sorpresa da chiese (12%) e centri commerciali (9%).

Ma emergono anche risposte insospettabili: la discoteca (7%), luogo di divertimento per eccellenza, la casa dei propri genitori (8%) e gli aeroporti e le stazioni (4%). E a seguire i più scontati ospedali (5%), sale d'attesa (3%) e i classici cimiteri (2%).

Ma il luogo non è l'unica causa di depressione per il popolo del Belpaese.

Tra le situazioni più a rischio due estremi, la solitudine in città durante l'estate che colpisce il 26% degli intervistati, e i luoghi molto affollati (24%). Immancabile anche la sindrome da rientro dalle vacanze (18%).

Cosa fare dunque per ristorare l'animo? Prendendo spunto dal proverbio greco 'mens sana in corpore sano', gli italiani curano il proprio spirito, curando il proprio corpo.

Recandosi in un centro sportivo (24%) o facendo attività all'aria aperta (23%). C'è poi chi dedica le proprie cure ad un animale (15%), chi si affida ai consigli degli amici o chi si impegna nel volontariato (10%).

Vanno invece evitati l'utilizzo indiscriminato di farmaci (26%) e staccare il cellulare ed isolarsi completamente da tutto e da tutti (21%). Sarebbe proprio la solitudine la causa principale della depressione per il 26% degli intervistati; seguono poi la frenesia e lo stress della vita di tutti i giorni (21%), le eccessive aspettative di genitori e amici (16%). Si piazzano all'ultimo posto invece i problemi di cuore: solo il 9% degli italiani infatti soffre di depressione in seguito ai tradimenti del partner (9%).

Come si manifesta questo disagio? Il primo segnale è una costante tendenza a isolarsi (25%), seguito da trascuratezza nella cura di se stessi (22%) un'irritabilità improvvisa (18%). E ancora sbalzi d'umore che portano a crisi di pianto (14%) e a una svogliatezza generale (10%). Non vanno sottovalutati infine, quei comportamenti ripetitivi, quasi maniacali (6%) che potrebbero rappresentare il campanello di allarme di uno stato depressivo


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Con l'ipnosi meno dolore




Ciao!

Vi riporto un articolo per chi è interessato alle applicazioni cliniche dell'ipnosi, in particolare per quello che riguarda il dolore.

Ho avuto la fortuna di fare un tirocinio con il Dott. Mariconti(Dirigente medico di anestesia e terapia del dolore) e partecipare a questi incontri per aiutare a superare la cefalea.

Essendo anche Psicoterapeuta utilizza l'ipnosi, ed è stata un'esperienza particolare vedere come, oltre al dolore fisico le persone che partecipavano ai questi gruppi "sbloccavano dolori" di tipo psicologico..

Vi lascio all'articolo

Ciao

Manuel


Ipnosi alleata della lotta al cancro del seno.

Uno studio
americano pubblicato online sul «Journal of the National
Cancer Institute»
ne legittima l’ingresso nelle corsie dei
reparti oncologici: una seduta di ipnosi prima di entrare in
sala operatoria per un intervento di tumore mammario -
hanno dimostrato infatti Guy Montgomery e colleghi della
Mount Sinai School of Medicine di New York - riduce le dosi
di anestetico necessarie
, fa diminuire il dolore e i disagi pre
e post-operatori, e accorcia la durata del ricovero in ospedale
. In altre parole, riesce ad abbattere i costi della chirurgia di
circa 773 dollari a paziente.

I vantaggi nella chirurgia del tumore al seno
Le donne che vengono operate per cancro al seno lamentano
spesso dolore, nausea e debolezza prima e dopo l’intervento.
Complicanze che rischiano di allungare la degenza o di favorire
un nuovo ricovero in ospedale, e che a volte costringono a
un’ulteriore assunzione di farmaci. Indagini precedenti avevano
già suggerito le possibili virtù dell’ipnosi contro questi disagi.
Benefici che gli esperti statunitensi hanno ora dimostrato in
un trial clinico ad hoc su 200 donne. In particolare, gli scienziati
hanno valutato gli effetti dell’ipnosi praticata un’ora prima
dell’operazione.


E anche l’anestesia diventa più leggera
Le partecipanti allo studio sono state randomizzate in due
gruppi: tutte venivano affidate a uno psicologo, ma mentre
alcune si limitavano a dialogarci, altre venivano invece sottoposte
a 15 minuti di ipnosi pre-intervento. Durante la seduta, lo
specialista le accompagnava virtualmente in un mondo
fatto di immagini piacevoli e rilassanti, e spiegava loro
anche l’abc dell’autoipnosi per vincere eventuali sintomi
fastidiosi. Gli autori hanno così osservato che in fase di
intervento alle donne del gruppo ipnosi bastava un’anestesia
leggera. Non solo. Queste pazienti hanno riferito meno disturbi
e trascorso in media 11 minuti in meno sul letto operatorio.

Fonte:"La Stampa" 28/8/07

venerdì 27 giugno 2008

Cannabis e psicosi




Ciao!

Un articolo che parte da una ricerca inglese sull'uso di cannabis ed i suoi effetti nei consumatori occasionali ed abituali.

Dopo aver letto questo articolo potresti chiederti :

Ma esiste davvero una differenza tra droghe leggere e droghe pesanti?

Anche i ricercatori prendono in considerazione che questa potrebbe essere solo una correlazione tra le diverse che si possono fare..

Ciao

Manuel


Si fanno piu' forti le voci che in Gran Bretagna chiedono una
'riclassificazione' della Cannabis, da cui si ottiene l'hascisc,
attualmente depenalizzata,in particolare dopo che la rivista Lancet
ha pubblicato uno studio per il quale anche un uso minimo di canapa
indiana - anche un solo spinello - aumenta del 41% il
rischio di esser vittime di malattia psicotiche
come la schizofrenia.

Per i consumatori abituali, questo rischio sale a una percentuale
che va dal 50 al 200%, dicono i ricercatori britannici,
Theresa Moore (Universita' di Bristol) e Stanley Zammit
(Universita' di Cardiff). I due hanno passato in rassegna
i 35 studi piu' recenti sull'argomento, osservando il legame
tra cannabis e stati psicotici e notando "un aumento importante dei casi di psicosi tra le persone che usano questa sostanza".

I ricercatori non escludono che ci siano altre spiegazioni
per questo aumento delle patologie tra i consumatori di
hascisc, "ma, malgrado le incertezze,
il pubblico deve essere informato su questa droga molto diffusa".

Lancet, nel suo editoriale, ricorda un suo commento
pubblicato nel 1995 nel quale sosteneva che non
c'erano rischi, neanche a lungo termini, legati al fumo
della cannabis: "Ma i lavori pubblicati da allora portano
a concludere che la cannabis accresce il rischio di malattie
psicotiche.

Parlare con le amiche aumenta l'ansia


Ciao!

Vi riporto un articolo che sostiene una delle premesse della Terapia Breve relativamente ai disturbi d'ansia.

Quando siamo in ansia per un qualsiasi motivo, il parlarne ad altri ha efftti in sè paradossalmente negativi; all'inizio ci sembra che l'ansia passi, d'latronde parlando con gli altri ci sfoghiamo..

In realtà passa solo per qualche istante per poi ritornare più forte, e così per riabbassarla siamo obbligati a riparlarne con qualcuno creando un circolo vizioso che si ripete e si autoalimenta aumentando l'ansia.

A chi non è mai capitato?

Quando proviamo ansia, parlarne contribuisce(come diciamo nelle terapie brevi) arendere il "fantasma che ci insegue" sempre più reale!

Qui di seguito la ricerca dell'Università del Missouri,
Ciao!


RISCHIO ANSIA SE CI SI LAMENTA TROPPO CON AMICHE

ROMA

- Parlare, per ore e ore, al telefono, a scuola, giorno e notte, con l'amica del cuore: un copione comune a molte adolescenti, ma che potrebbe avere, a sorpresa, pesanti effetti collaterali.

Secondo una ricerca dell'Università del Missouri, pubblicata sulla rivista 'Development psichology', le ragazze che parlano sempre dei loro problemi e preoccupazioni con gli amici sono più ansiose e depresse dei loro coetanei maschi. I ricercatori, guidati da Amanda Rose, hanno scoperto che le ragazze che 'ruminano', per così dire, più dei ragazzi, sono maggiormente soggette a questi disturbi. "Quando le teen ager parlano tra di loro - spiega Rose - spendono così tanta energia nel soffermarsi su problemi e preoccupazioni, che finiscono col sentirsi tristi e senza speranza, perché si trovano sempre di fronte ai loro problemi. Sintomi della depressione".

Quanto all'ansia, il parlare continuamente le fa sentire più preoccupate dei problemi e delle loro conseguenze. "Tutto ciò può portarle - continua - a soffrire di depressione e ansia perché spendono in quest'attività tanto tempo, che invece potrebbe essere impiegato in attività più positive e che senz'altro riuscirebbero a distrarle. Cosa vera soprattutto per le ragazze che non riescono a tenere sotto controllo le cose". Il lato positivo di questi rapporti così intensi, dice la psicologa, è che si "sviluppano amicizie molto forti. Tuttavia, nei maschi che fanno lo stesso non abbiamo riscontrato ansia e depressione. In generale parlare dei propri problemi è legato ad uno stato di benessere. Ma non se fatto in eccesso". Moderazione dunque. "Gli adolescenti - conclude la ricercatrice - devono essere incoraggiati a praticare altre attività, come lo sport, che li aiutino a distogliere l'attenzione dai problemi".

Fonte ansa.it 2007-07-16





Milton Erickson sperimenta l'autoipnosi


Guarire se stessi guarendo gli altri

Tempo fa leggevo un articolo relativo al compito dello psicoterapeuta in terapia e del cosa il paziente cerchi quando si rivolge a noi.

L’articolo diceva che il paziente richiede al terapeuta tre cose:

  1. La speranza di poter stare bene;
  2. Poter desiderare che stare bene sia possibile anche per lui;
  3. Trovare le risorse dentro di se per realizzare tutto questo.

A parte rari casi, le persone che vedo solitamente in seduta sono effettivamente carenti di queste componenti, hanno già passato terapie lunghe e costose oppure a volte vengono perché portati da altri(che di solito sono quelli che hanno il reale bisogno di aiuto..).

Molto spesso uso racconti, aneddoti, esperienze personali, prescrizioni paradossali etc..(dipende da caso a caso e da persona a persona) per produrre un cambiamento.

In questo caso l’aneddoto che voglio raccontarti proviene da un dialogo tra E.Rossi e M.H.Erickson e racconta l’esperienza che Erickson fece lottando contro la poliomielite all'età di diciassette anni (il secondo attacco lo ebbe all'età di 51 anni).

Nel seguente dialogo Erickson sì ricorda quella crisi della sua vita, e la propria esperienza di uno stato percettivo alterato, che successivamente riconobbe essere una sorta di autoipnosi.


"E: Quella sera, dal mio letto, udii per caso i tre medici dire ai miei genitori, nella stanza accanto, che il loro ragazzo non sarebbe arrivato al mattino.

Divenni furibondo all'idea che qualcuno potesse dire a una madre che il figlio sarebbe morto entro il mattino.

Poi mia madre entrò con l'espressione più serena che le riuscì di prendere.

Le chiesi di spostare il comò, spingendolo d'angolo contro il lato del letto.

Lei non capiva perché; pensava che stessi delirando.

Parlavo con difficoltà. Ma in quell'angolo, grazie allo specchio che sormontava il comò, riuscivo a vedere attraverso la porta e la finestra di ponente dell'altra stanza.

Non volevo a ogni costo morire senza aver visto un'ultima volta il tramonto.

Se avessi qualche attitudine al disegno, potrei ancora disegnarlo.

R: La tua rabbia e la tua voglia di vedere un altro tramonto sono state un modo di mantenerti vivo in quel giorno critico nonostante le previsioni dei medici. Ma perché la chiami un'esperienza autoipnotica?

E: Vedevo quel vasto tramonto che copriva interamente il cielo. Sapevo però che fuori della finestra c'era anche un albero, ma lo avevo escluso.

R: Lo avevi escluso? Si trattava di quella percezione selettiva che ti permette di dire che eri in uno stato alterato?

E: Sì, non lo facevo consciamente. Vedevo tutto il tramonto, ma non vedevo né la siepe né la grande roccia rotonda che c'erano.

Avevo escluso tutto, meno il tramonto.

Dopo averlo visto rimasi per tre giorni senza coscienza.

Quando tornai in me chiesi a mio padre perché avessero tolto la siepe, l'albero e la roccia.

Non mi rendevo conto d'essere stato io a cancellarli quando avevo fissato tanto intensamente l'attenzione sul tramonto.

In seguito, quando fui guarito e divenni consapevole delle mie condizioni inabilitanti, mi chiesi come avrei fatto a guadagnarmi da vivere.

Avevo già pubblicato un articolo su una rivista agricola nazionale: "Perché i giovani abbandonano la campagna". Non avevo più le forze necessarie per fare l'agricoltore, ma forse avrei potuto farcela come medico.

R: Diresti che è stata l'intensità della tua esperienza interiore, il tuo spirito e il tuo senso di sfida, a tenerti in vita perché potessi vedere il tramonto?

E: Certo ai pazienti con scarse prospettive diciamo: "Dovreste vivere abbastanza per farlo il mese prossimo. E loro lo fanno."

(Milton H. Erickson, Opere vol. I, Astrolabio, Roma 1982, pp. 140-141)

Ciao

Manuel

Ipnosi/autoipnosi: ecco cosa rende l'ipnosi efficace!

Ciao,

la Psicoterapia Ipnotica ha dimostrato di produrre una vasta gamma di benefici, dal semplice miglioramento dei sintomi alla loro completa eliminazione.

L’ipnosi oggi è uno tra gli strumenti psicologici più scientificamente studiati e utilizzati sia in ambito medico che psicologico.


Cosa rende l'Ipnosi efficace?



Al di la della tecnica l'ipnosi è
"un fenomeno relazionale prima ancora di essere un'esperienza soggettiva"(C.Loriedo).

Questo significa che prima della tecnica "arriva la persona" che utilizza la tecnica e di conseguenza la "qualità della relazione" o rapport che si crea.

Si potrebbe semplificare dicendo che l'80% del successo terapeutico è dato dalla relazione di fiducia che si instaura con la persona e il 20% dalla tecnica.

Infatti...

...Ci sono conversazioni che non ti lasciano niente e ... e poi ci sono conversazioni indimenticabili dove poche parole ti riempiono il cuore.

Ipnosi Strategica è il frutto di una continua ricerca che semplifica e toglie un pò di quella "sontuosa impalcatura" che avvolge di mistero l'ipnosi, portandola alla massima semplicità e creando esperienze di cambiamento profonde.

Quindi..

Qual è il segreto per far si che l’ipnosi sia efficace?

Esiste una tecnica “segreta”migliore di altre?



"Al di là di qualsiasi tecnica il segreto che rende l'ipnosi efficace è il sincero interessamento verso le persone, altrimenti qualsiasi tecnica risulterà inutile."

M.H.Erickson il padre delle moderne terapie brevi e soprattutto il più grande ipnotista del secolo scorso riferisce questa intuizione a Jay Haley (Uncommon Therapy: the PsichiatricTecniques of Milton H. Erickson, 1973) .

Haley ha appena assistito ad una seduta di Psicoterapia Ipnotica fatta da Erickson e chiede spiegazioni riguardo alcune domande "non comuni" che Erickson ha fatto alla sua paziente, domande che un altro terapeuta forse non avrebbe fatto.

Haley è interessato a capire quale strategie sottendessero a quelle domande, e come mai Erickson le abbia fatte. Quali tecniche abbia usato e quale strategia stesse perseguendo.

L'intento di Haley era capire:

"Quale tecnica stava mettendo in atto? Quale strategia stava utilizzando? E sopratutto perchè proprio quelle domande? "

Quindi incalza Erickson cercando di capire perchè durante la seduta avesse utilizzato certe domande, cercando di capire il "segreto nascosto".

Ed ecco il dialogo:

Haley:"Come mai le hai fatto quella domanda?"

Erickson:"Per farle capire che mi interessava veramente."

Haley: (non soddisfatto dalla risposta e cercando una ragione tecnica derivante da una particolare manovra terapeutica chiede allora):"Per potersi unire a lei in quale situazione?"

Erickson: "No, semplicemente per farle capire che mi interessava".


A presto

Dottor Mauri e Dottor Barachetti